Simonetta Biaggio-Simona, capo dell’Ufficio dei beni culturali
Simonetta Biaggio-Simona (*1957) ha conseguito il dottorato in archeologia classica presso l’Università di Zurigo. Sposata, madre di due figlie, dal 2014 dirige l’Ufficio dei beni culturali del Cantone Ticino (Dipartimento del territorio). Precedentemente ha collaborato quale ricercatrice indipendente con vari musei, istituzioni, università svizzere e con l’Ufficio dei beni culturali in attività di ricerca e di divulgazione.
(aprile 2019)
Quali discipline ha studiato presso quale università?
Ho studiato archeologia classica, preistoria e storia dell’arte presso l’Università di Zurigo.
Quando ha iniziato a interessarsi per le scienze dell’antichità, e c’è stato un episodio chiave che ha influenzato in modo determinante la sua scelta di studi?
Il mio interesse è iniziato nell’adolescenza; mi piacevano la storia, la mitologia antica, le lingue antiche (latino e greco) ed ero affascinata dall’archeologia e dalle arti. Ricordo che durante una vacanza in Italia con la mia famiglia visitammo Paestum e fui particolarmente colpita dai templi arcaici; credo che sia stato un episodio folgorante per le mie scelte seguenti.
Prima degli studi universitari aveva un profilo professionale specifico in testa, ha avuto degli esempi?
Conoscevo un poco la figura di Carl Kerény, lo studioso di mitologia classica che visse per diversi anni in Ticino, ma non posso dire che fosse una figura di riferimento. Avevo letto naturalmente le vicende di Schliemann e la scoperta di Troia e altri testi, per esempio sugli Etruschi, ma avevo tutto sommato delle idee piuttosto vaghe di quello che significasse veramente l’archeologia moderna.
Come ha vissuto gli studi universitari, che cosa è stato particolarmente piacevole, che cosa le è costato più fatica?
È stato un periodo bellissimo e arricchente, mi piacevano molto sia le lezioni di archeologia classica, sia quelle di storia dell’arte e storia antica (che ho frequentato per un certo periodo), e pure i corsi di preistoria. Ammetto però che quest’ultimi erano piuttosto ostici nei primi semestri a causa delle tipologie e delle culture archeologiche mitteleuropee e balcaniche che erano trattate in quel momento ed erano estranee alla mia esperienza. Ho comunque apprezzato l’approccio e il metodo applicato in questa materia che completavano i miei indirizzi di studio.
Per quali motivi consiglierebbe a una maturanda/un maturando di scegliere una disciplina nell’ambito delle scienze dell’antichità?
Consiglierei questo studio perché permette di ampliare molto i propri orizzonti conoscitivi, di esplorare culture diverse e per il metodo analitico che può essere applicato in vari ambiti, anche al di fuori delle scienze dell’antichità.
Descriva brevemente la sua carriera professionale dopo gli studi universitari.
Durante il dottorato mi sono trasferita nel Cantone Ticino sia per svolgere il dottorato stesso sia per motivi famigliari. In quel periodo ho cominciato a collaborare quale ricercatrice indipendente con l’Ufficio dei monumenti storici (divenuto in seguito Ufficio dei beni culturali) nella ricerca e nella pubblicazione di complessi archeologici. Ho curato la parte scientifica di alcune mostre in collaborazione con il Museo civico e archeologico di Locarno e anche opere di divulgazione scientifica. Sono stata attiva nei comitati di diverse associazioni di archeologia e storia dell’arte.
Descriva brevemente la sua attività professionale attuale, quali aspetti apprezza particolarmente e quali meno.
Quale capo dell’Ufficio dei beni culturali mi occupo di dirigere e coordinare i tre settori dell’Ufficio: il Servizio inventario, il Servizio monumenti e il Servizio archeologia. Ognuno di essi tocca ambiti molto ampi della cura, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio costruito e archeologico del Cantone. Siamo sollecitati in particolare dall’intensa attività edilizia che riguarda sia edifici tutelati (trasformazioni, restauri) sia spazi aperti di fondovalle (scavi archeologici). Apprezzo molto il fatto di poter conoscere da vicino edifici, monumenti, opere d’arte, strutture di vario tipo e di contribuire alla loro salvaguardia e messa in valore. Impegnativa, e a volte pesante, è l’attività amministrativa legata alle tante pratiche trattate dall’Ufficio.
Quale profitto ha tratto dai suoi studi universitari per la sua attività professionale attuale?
Mi hanno abituato ad analizzare i problemi e cercare soluzioni con creatività, ad essere costante e tenace e non perdermi d’animo se non riesco a raggiungere subito il risultato voluto. Penso che siano caratteristiche importanti per un funzionario dirigente.
Quali conoscenze e capacità essenziali per la sua vita professionale attuale ha conseguito al di fuori del contesto degli studi universitari?
In tanti anni di esperienza ho imparato a trattare con le persone anche in situazioni problematiche, a mediare, a cercare di trasmettere il valore del patrimonio a persone e ambiti che non sono direttamente interessati ai beni culturali. La conoscenza del territorio nelle sue varie componenti culturali, sociali ed economiche è fondamentale per la comprensione dei fenomeni che interessano il patrimonio in tutte le sue sfaccettature.
In retrospettiva, quali considera essere le premesse importanti per lo studio universitario delle scienze dell’antichità? E quali risultati si sono rilevati importanti per Lei dopo la fine dello studio universitario?
Per scegliere uno studio legato alle scienze dell’antichità sono necessari passione, interesse alla conoscenza, curiosità, tenacia e resistenza. Bisogna essere consapevoli che la ricerca richiede tempo e pazienza, quindi non bisogna lasciarsi scoraggiare lungo il percorso. Il risultato però è molto appagante perché lo studio apre le porte a scoperte inattese e arricchisce costantemente il bagaglio intellettuale.
È stato facile trovare un posto di lavoro dopo lo studio universitario?
No, è stato difficile. Nel Cantone Ticino non ci sono molte opportunità di lavoro per chi studia archeologia. Per questo motivo ho lavorato quale ricercatrice indipendente su mandato per molti anni prima di essere nominata capo dell‘Ufficio dei beni culturali. Ciò mi ha permesso però di accumulare esperienza e adattarmi a vari tipi e contesti di lavoro, e questo è risultato molto utile per la mia attività attuale.